martedì 14 giugno 2011

NOTIZIE ENPAP

L’Assistenza Sanitaria dell’Enpap esclude i colleghi anziani
 
 Nuovo capitolo delle carenze dell’Assistenza Sanitaria Enpap/Unisalute con l’esclusione degli ultra settantenni.

Danni concreti, discriminazioni, indifferenza: questo lo scenario che si presenta. Per saperne di più ecco tre articoli.



Nuovo pasticcio dell’Assistenza Sanitaria Enpap - Per gli ultra settantenni un’altra beffa
Settantenni con la stella gialla: una questione di etica
Nuova polizza sanitaria integrativa Enpap-Unisalute - anche gli Ordini si fanno sentire.


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 Nuovo pasticcio dell’Assistenza Sanitaria Enpap

Per gli ultra settantenni un’altra beffa



La vicenda dell’Assistenza Sanitaria integrativa si è arricchita, ultimamente, di un ulteriore poco edificante capitolo che, in questo caso, riguarda il trattamento dei colleghi ultra settantenni.



Ricordiamo brevemente i fatti. Dopo ben dieci mesi di inadempienza regolamentare, di mancanza di copertura assistenziale e di vibranti proteste da parte degli iscritti, l’Enpap ha sottoscritto nel febbraio scorso una copertura di Assistenza Sanitaria integrativa con Unisalute, palesemente peggiorativa (vedi prospetto di confronto) rispetto a quella precedente erogata da Emapi/Generali.

Uno degli aspetti peggiorativi più eclatanti è l’esclusione degli ultra settantenni, ovvero proprio di chi ne ha probabilmente più bisogno, dalla possibilità di aderire alla copertura di tipo globale Nuova ondata di proteste e persino diversi Consigli regionali dell’Ordine intervengono per chiedere una revisione delle decisioni sull’intera vicenda.

Ed ecco, a questo punto, il maldestro tentativo di riparare al danno.

Il sito dell’Enpap annuncia che ora anche gli ultra settantenni potranno avere la copertura assistenziale. Ma, ahimè, quando ci si addentra nelle spiegazioni, si scopre che la possibilità di essere tutelati è subordinata alla compilazione di un Questionario anamnestico che Unisalute si riserva di esaminare

per poi decidere se accettare o meno il postulante!

Con tale soluzione viene quindi scardinato ogni principio di solidarietà di categoria (che sta alla base della decisione di stipulare coperture collettive) e introdotta una pratica tipica delle polizze individuali in cui, fra l’altro, il potere di contrattazione del singolo è molto più basso nel definire le condizioni contrattuali.

Le conseguenze a questo punto sono che Unisalute potrà:

- accettare senza limitazioni l’adesione del professionista (possibilità poco frequente considerato che dopo i 70 anni qualche acciacco è pur sempre presente);

- accettare l’adesione escludendo però le patologie presenti;

- non accettare per nulla l’adesione in presenza di patologie più rilevanti.

In tutto ciò all’iscritto non è offerta la minima possibilità di contrastare la decisione della compagnia di assicurazione, con l’evidente risultato che proprio i colleghi che più hanno bisogno di tutela sono abbandonati a se stessi.

Anche questa volta l’attuale dirigenza dell’Enpap ha mostrato la sua superficialità e incompetenza: cercando di risolvere il guaio combinato, sottopone i colleghi a una vera e propria beffa.



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 Settantenni con la stella gialla: una questione di etica



E’ vero, non bisogna essere integralisti e che l’art.4 del Codice Deontologico, quello che dice che lo psicologo non opera discriminazioni, è riferito alla pratica professionale. Tuttavia, il principio sancito da questo articolo fa parte della nostra cultura, è stato interiorizzato come un orientamento a cui ci atteniamo anche nella vita di tutti i giorni. Si potrebbe pensare che se così non fosse, difficilmente saremmo in grado di osservarlo nella nostra pratica, ma sarebbe un’ingenuità. Esiste almeno un esempio storico a noi vicino nel tempo che testimonia come delle brave persone agissero, in una dimensione della loro vita, come assassini. Si tratta dei medici nazisti, fenomeno analizzato da R. J. Lifton[1] nei termini di una scissione tra il “sé” del medico e il “sé” di Auschwitz.



È un accostamento esagerato, troppo drammatico? Diciamo che ci sono elementi che richiamano, per via associativa, fenomeni formalmente analoghi: il questionario distribuito agli ultrasettantenni ora e i questionari compilati allora per decidere i criteri dell’eliminazione fisica; i corollari dell’ideologia nazista delle “vite non degne di essere vissute” e l’accettazione del principio secondo cui si possono estromettere alcuni colleghi dall’assistenza sanitaria sulla base di un loro fisiologico svantaggio.



Questo dissennato, discriminatorio contratto assicurativo ci è stato orgogliosamente presentato come una prestazione assistenziale “gestita direttamente dall’Enpap”. Se però la gestione “diretta” comporta l’identificazione nella posizione dell’assicuratore, che è ovviamente orientato a escludere dalle proprie prestazioni i soggetti per lui più onerosi, c’è da chiedersi quale sia la funzione dell’intermediario, quale interesse egli rappresenti.



Il fatto di escludere gli iscritti ultrasettantenni - dopo averli privati della precedente assicurazione Emapi che invece li accoglieva - non ha però suscitato nemmeno un fremito di dubbio o di disagio in chi ha assunto la decisione. Solo dopo le proteste si è individuata la soluzione di far scegliere al partner assicurativo chi assistere e chi no, definendo un sottogruppo “speciale” che deve venire sottoposto alla umiliante compilazione di un questionario di selezione per scartare i meno abili. Poiché la prestazione assicurativa è ora gestita “direttamente dall’Enpap” , è lo stesso Enpap a discriminare, anche se il lavoro sporco viene materialmente eseguito dai medici dell’assicurazione.



Le analogie non sono identità, e certamente gli amministratori non faranno indossare una stella gialla ai colleghi più anziani, né, se costoro potranno curarsi un po’ di meno, si potrà imputare alla dirigenza Enpap una diretta responsabilità nell’averne accelerato la dipartita. Ma ciò che si confronta sono le strutture, non le circostanze. In questo triste episodio sembra proprio di assistere allo stesso fenomeno di cui parlava Lifton, ossia una scissione tra il “sé” dell’amministratore e il “sé” dello psicologo, i cui setting interni appaiono nettamente separati.



Perché, allora, eleggere degli psicologi come amministratori? Tanto varrebbe che la gestione dell’ente venisse affidata a manager professionisti, che almeno sarebbero consapevoli della finalità assistenziale che è nella mission dell’Enpap e si atterrebbero a un principio di uguaglianza. Da parte degli psicologi, invece, c’è da augurarsi che non si siano assuefatti a una cultura che sconfessa i principi che sono alla base del loro operare, e che s’indignino nel vederli violati.



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 Nuova polizza sanitaria integrativa Enpap-Unisalute:

anche gli Ordini si fanno sentire.



Anche se più di un mese fa alcuni Ordini degli Psicologi hanno inviato una lettera di richieste di chiarimento - e di disappunto - per la nuova polizza sanitaria integrativa che l’Enpap ha stipulato con Unisalute e, anche se questi Ordini rappresentano più della metà degli iscritti Enpap, il Presidente dell’Ente, dott. Angelo Arcicasa, non si è ancora degnato di rispondere.



Nel mese di aprile scorso i gestori dell’Enpap (Costruire Previdenza=Aupi) annunciano che è stata firmata la nuova polizza di assistenza integrativa. Finalmente! - dicono gli oltre trentatremila iscritti - era quasi un anno che costoro latitavano e, intanto, i colleghi che avevano avuto gravi problemi di salute, rimanevano senza copertura….E questo in barba alla solidarietà tanto ostentata nelle newsletter che ci inviano e, soprattutto, contravvenendo a quanto previsto nel Regolamento delle Forme di Assistenza dell’Enpap (articolo 3, comma 1: “L’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (ENPAP), in considerazione del fondamentale diritto alla tutela della salute costituzionalmente garantito, eroga prestazioni di tutela sanitaria integrativa).

Ebbene, subito dopo la stipula della nuova polizza Unisalute, gli Ordini dell’Abruzzo, Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Trento, Veneto (ma, immagino, anche tutti gli altri Ordini regionali), sono stati contattati da moltissimi colleghi che lamentavano una serie di condizioni peggiorative rispetto alla polizza precedente, sia per la versione di base che per l’estensione facoltativa. Le critiche mosse riguardano il maggior costo della nuova polizza rispetto alla precedente, le diverse coperture previste, i limiti di età, ecc. In effetti, vi sono palesi differenze come, solo per citarne una, l’assenza del vincolo di età di sottoscrizione della precedente polizza (sia per l’iscritto che per i familiari), mentre con la nuova assistenza il limite è posto ai 70 anni di età. Questo crea gravi ripercussioni proprio su quei colleghi che, come risaputo, a fronte di una pensione irrisoria non potranno più neanche dotarsi di una copertura sanitaria integrativa volontaria per far fronte alle possibili problematiche di salute legate, appunto, anche all’anzianità. In questi ultimi giorni allora, i gestori dell’Enpap (Costruire Previdenza=Aupi) certamente incalzati anche dai nostri rilievi, stanno pubblicizzando l’estensione ai colleghi con più di 70 anni, “dimenticando” però di dire che la sottoscrizione è subordinata alla compilazione di un questionario, che sarà poi sottoposto al vaglio preventivo dei medici di Unisalute.

Inoltre alcuni Ordini, con il Veneto capofila, hanno più volte manifestato – anche ufficialmente - la disponibilità a condividere con l’Enpap attività e servizi per gli iscritti sulle tematiche previdenziali e assistenziali, ma finora non c’è stata nessuna risposta. Rimangono però i maldestri tentativi di aprire sedi distaccate dell’Enpap, guarda caso proprio in Veneto in primis.

Oltre il danno la beffa. Le telefonate continuano e i diversi i colleghi che chiamano denunciano anche le incredibili difficoltà all’adesione alla nuova polizza Enpap-Unisalute. Ad esempio un collega scrive: “Sono un iscritto ENPAP e mi sono rivolto varie volte alla segreteria per avere delucidazioni in merito alla mia situazione assicurativa malattia. Mi è stato consigliato di scrivere una mail ad Ascolto Iscritti, cosa che ho fatto ma, dopo due settimane senza risposta, ho reinviato la mail. A tutt'oggi, ormai sono ventun giorni, non ho ricevuto nessuna comunicazione”.

Una domanda allora è d’obbligo: se i gestori dell’Enpap (Costruire Previdenza=Aupi) trattano in questo modo l’assistenza integrativa, cosa faranno dei nostri soldi, delle nostre pensioni?

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